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presso le Filiali. Nel mese di ottobre fui mandato all’Agenzia di Carignano e vi
          rimasi per un paio di settimane. Un giorno il Direttore, nel suo buon dialetto pie-
          montese, mi disse : “domani si porti un vestito brutto, perché dobbiamo raccogliere
          i cachi”. All’epoca non si aveva molta confidenza con i superiori e non si usava
          chiedere spiegazioni. Il giorno successivo notai che nel cortiletto della Filiale, dove
          si ergeva rigogliosa la pianta produttrice dei frutti in questione, era stata sistemata
          una pila di cassette pronte per la programmata raccolta. Nel pomeriggio iniziò
          “l’operazione … agricola”, il direttore, che coordinava i lavori,  mi ordinò: “Lei che
          è giovane, salga sulla pianta”. La raccolta durò circa due ore, io riempivo i “platò” e
          li sporgevo al direttore che li accatastava in perfetto ordine nel cortile della Filiale.
          Per la verità, ad operazione ultimata, mi aspettavo l’invito ad assaporare i prelibati
          frutti ma l’invito non mi fu rivolto ed io mi astenni dal fare richieste di assaggio.
          All’indomani mattina notai che le cassette erano state “prelevate” e non vi era più
          alcuna traccia dei “frutti … bancari”. Verso mezzogiorno, dopo essersi assentato
          per circa mezz’ora, il Direttore, palesemente soddisfatto per il buon raccolto, mi
          presentò un appunto dove risultava annotato: “Raccolta cachi: n. 25 platò, lordo
          Kg. 125, tara Kg. 20, netto Kg. 105 a lire 100 = lire 10.500”, precisandomi che,
          ovviamente la partita doveva essere contabilizzata.
            Ricordo che ebbi qualche perplessità sul come registrare l’entrata; optai poi per il
          conto “proventi diversi”. Quell’anno il bilancio del San Paolo accolse quindi anche
          gli introiti provenienti dalla vendita dei cachi!
                                                                   Sergio Marchisio







            LA RACCOLTA DEI CACHI …
            QUALCHE ANNO DOPO



            (2° testimonianza)
            Come si dice nei libri, correva l’anno 1961. Ero stato assunto, in prova, dall’inizio
          di settembre presso l’Agenzia di Carignano rinunciando alla mia temporanea attività
          di raccoglitore di schede per il censimento. La Filiale era  composta da un cassiere, due
          impiegati ed il Direttore. Il mondo della banca di allora era distante anni luce da quello
          attuale. Era il tempo, per chi se lo ricorda, in cui tutte le registrazioni erano fatte a mano,




          438 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006
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