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Altri approfondimenti,
testimonianze e aneddoti di “sanpaolini”
IL PASSAGGIO DELLE CONSEGNE
Ricordi di inizio anni ’50
Durante l’inverno del 1951 ero in servizio presso l’Agenzia di Nizza Monfer-
rato. Un giorno il Direttore mi disse: “Marchisio, Lei che ha la “vespa”, domani
pomeriggio deve andare ad Incisa a prendere le consegne dal collega che si assen-
terà per qualche giorno di ferie”. All’epoca vi erano ancora diverse filiali con un
solo addetto che aveva la qualifica di “Agente-cassiere”. Incisa Scapaccino era, ed
è tuttora, un fiorente centro agricolo ma, con grande disappunto dell’addetto alla
Filiale, i suoi potenziali clienti, anticipando un po’ i tempi, o convinti forse di una
maggior riservatezza, preferivano dirottare i loro risparmi non … all’estero ma
presso gli sportelli bancari di Nizza. Il locale della Filiale di Incisa era costituito
da un unico ambiente, tipo bottega di paese, con a fianco della porta una vetrina
dalla quale fuoriusciva il tubo della stufa, il tutto protetto da due pesanti tendi-
ne per assicurare ai clienti una assoluta ”privacy”. La parte più importante delle
consegne consisteva nell’apprendere le manovre necessarie per il funzionamento
della stufa! Al mattino occorreva alzare la saracinesca, infilare il tubo nel foro del
vetro e accendere la stufa. A mezzogiorno l’operazione era molto più complessa
poiché bisognava spegnere la stufa con un secchio d’acqua, sfilare il tubo bollente,
utilizzando l’apposito straccio per non bruciarsi le mani, e abbassare la serranda.
Per l’apertura pomeridiana operazione inversa: apertura saracinesca, rimontaggio
tubo e accensione stufa, con qualche problema se era stata usata troppa acqua per
lo spegnimento. Per utilizzare i servizi od il telefono, si chiudeva la Filiale per il
tempo necessario per andare al Bar distante un centinaio di metri. Un pomeriggio,
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