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2. I risultati stazionari condizionati dalla sfavorevole situazione econo-
mica del Paese
Le principali attività del San Paolo, pur in un contesto di chiaroscuri, approdaro-
no alla fine del 1965 a risultati economici positivi, anche se stazionari. L’utile netto
d’esercizio dell’Istituto ammontò infatti a 544 milioni di lire. I Fondi Patrimoniali
raggiunsero 14 miliardi dopo gli accantonamenti a riserve e l’assegnazione della
quota statutaria pressoché integrale dell’utile. E questo ferma restando la prassi della
registrazione in bilancio per 1 lira dei cespiti di proprietà, tra i quali ovviamente
spiccavano per notevole entità gli immobili. Per sottolineare che con tale prassi gli
immobili costituivano una riserva implicita, si provvide a valutarli, pervenendo a
un ammontare extra bilancio di 10 miliardi. Risultava perciò di tutta evidenza che
l’Istituto poteva contare su un ammontare di riserve effettive pari a 24 miliardi.
Ai risultati d’esercizio si pervenne con un incremento nella raccolta dell’Azienda
Bancaria di tutto rispetto pari al 20%, che la portò a 654 miliardi. In particolare,
ne veniva sottolineata la circostanza che erano oltre 700.000 i libretti aventi un
saldo medio non superiore a 500.000 lire, a dimostrazione della diffusione capillare
dell’Istituto anche tra i ceti più modesti.
Per contro, l’aumento negli impieghi fu pari all’8,8% con un totale a fine eser-
cizio di 304 miliardi. Aumento piuttosto contenuto che venne attribuito in gran
parte al massiccio uso degli affidamenti che ne facevano le società finanziarie e al
maggior utilizzo del credito bancario da parte delle imprese edili per coprirsi delle
dilazioni di pagamento concesse ai loro acquirenti.
Tenuto conto, oltreché della raccolta bancaria, anche delle cartelle e obbligazioni
delle Sezioni, i mezzi amministrati dal San Paolo raggiunsero 967 miliardi.
3. Le prospettive di ripresa edilizia suscitate da provvedimenti normativi
verso fine anno
L’industria edilizia e tutte le componenti sociali afflitte dalla stasi edilizia, che da
tempo attendevano provvedimenti di rilancio del settore, ebbero una decisiva risposta
verso la fine dell’anno dalla legge 1/11/1965 n. 1179. Fu una legge importante perché,
per la prima volta, le istituzioni emanarono provvedimenti, complessi ma completi,
per favorire la ripresa edilizia e nel contempo agevolare l’acquisto della prima casa da
parte delle famiglie. Del resto, secondo studi di settore, in Italia era esplosa un’assoluta
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