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necessità di abitazioni a basso/medio costo, mentre numerose erano le case di lusso,
costruite in previsione di una continuità della domanda, rimaste invendute e/o sfitte.
La nuova legge venne strutturata in modo da innestarsi perfettamente nel siste-
ma normativo precedente, che prevedeva la possibilità da parte di ogni Comune di
espropriare determinati terreni e pagarli al prezzo della coltura agricola prevalente
in quella zona; un prezzo quindi estremamente contenuto. Le aree così espropriate
potevano poi essere offerte dal Comune a tale prezzo, in proprietà e/o diritto di
superficie per 99 anni, alle Cooperative edilizie per l’assegnazione ai soci, aventi
determinati requisiti, o alle imprese edili per la successiva vendita, a prezzi deter-
minati, di unità immobiliari a persone aventi gli stessi requisiti.
Proprio su questi immobili, che dovevano essere costruiti con i criteri previsti
dal Testo Unico del 1938 sull’edilizia economica e popolare, la nuova legge rese
possibile richiedere mutui edilizi con il contributo dello Stato nel pagamento degli
interessi. A dimostrazione dell’interesse suscitato dalla nuova normativa, in tutta
Italia vennero presentate domande di mutuo per 4.000 miliardi di lire. In un contesto
così promettente, solo al San Paolo le richieste furono 4.573 per oltre 293 miliardi,
con la previsione di finanziare entro il 1967 costruzioni per 700/750 miliardi per
le quali l’Istituto avrebbe contribuito per il 10 % dei finanziamenti.
Dopo aver presentato per sommi capi il nuovo sistema normativo che doveva
poi concretamente dispiegarsi a partire dall’anno successivo, si può osservare che il
1965 fu, anche per le operazioni a medio lungo termine effettuate dall’Istituto, un
anno di transizione, con esiti comunque soddisfacenti.
La Sezione Credito Fondiario erogò circa 3.000 mutui per 45,5 miliardi: impor-
to notevole (anche se inferiore ai 60 dell’anno precedente), reso possibile grazie al
massiccio collocamento delle cartelle fondiarie, dovuto sia alla richiesta proveniente
dal mercato dei risparmiatori sia ai provvedimenti assunti dal Comitato Intermi-
nisteriale per il Credito ed il Risparmio, che consentiva alle aziende di credito di
integrare la riserva obbligatoria anche con titoli fondiari.
Il settore del Credito Agrario fu oggetto di attente cure riconosciute pure dal
Ministero competente, che abilitò l’Istituto a operare anche ai sensi della legge sul
fondo di rotazione per la meccanizzazione agricola. Vennero comunque stipulati
213 mutui per oltre un miliardo di lire e concessi prestiti agrari di miglioramento
per 22 milioni La Sezione Autonoma Opere Pubbliche stipulò 6 mutui per un
totale di 45,5 milioni, ma, in compenso, emise obbligazioni per 3 miliardi a valere
su mutui in contanti stipulati negli anni precedenti.
1965 - LA METEORA DEL “DRIVE-IN” NELLA SEDE DI PIAZZA SAN CARLO - 141