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in quanto lo Stato assumeva a proprio carico la differenza fra il costo effettivo del
mutuo e quello pagato dal mutuatario. Ma il vero problema del settore era il per-
durare degli effetti della recessione: l’attività edilizia ne risentiva ancora in misura
molto grave, tanto per i lavori di progettazione che per quelli di costruzione.
Tuttavia le erogazioni di credito fondiario si svilupparono grazie al favorevole
andamento del mercato del reddito fisso, in cui rientravano le “cartelle San Paolo”.
D’altronde, non avevano mai dato preoccupazioni al risparmiatore, sia per la certezza
del reddito sia per la facilità di investimento e disinvestimento. Perciò l’apprezzamen-
to dei risparmiatori per le cartelle fondiarie dell’Istituto fu di stimolo a proseguire
sia sul versante del collocamento sia su quello dell’erogazione dei mutui. Un segnale
forte in quest’ultima direzione rappresentò l’apertura delle delegazioni di Credito
Fondiario di Bari e Napoli.Testimoniavano infatti l’intenzione di incrementare lo
sviluppo dell’attività edilizia economica e popolare nel Mezzogiorno.
Ma fu all’inizio del secondo semestre che l’Istituto ripropose, debitamente poten-
ziata, la formula “Risparmio Casa”, lanciata con successo nel 1961. Di particolare
rilievo erano infatti alcune novità sotto forma di agevolazioni ancor più interes-
santi: per esempio, il limite di tempo per la presentazione delle domande di mutuo
Risparmio-Casa veniva ridotto a un anno (anziché due) dalla data di accensione
del libretto di risparmio; inoltre, ai fini della presentazione della domanda veniva
concessa la riduzione a sei mesi (invece di un anno) della giacenza in deposito delle
somme versate sul libretto. In particolare, veniva concessa al risparmiatore la libertà
di scelta della data per contrarre un mutuo sulla “prima casa”. Era difatti prevista
la possibilità di richiedere un mutuo per un ammontare pari a quello delle som-
me versate sul libretto. Restava comunque fermo che l’importo erogabile per tali
mutui non doveva superare il limite di L.5 milioni. Al tempo stesso, il San Paolo
cominciò a concedere mutui per l’edilizia economica e popolare fino al 75% del
valore dell’immobile, nei confronti di privati, e del 90% verso le cooperative. Così
i mutui stipulati aumentarono del 78% rispetto all’anno precedente.
4. Una classica partecipazione del San Paolo nel solco della tradizione
Nel mese di giugno venne accolta con grandi speranze, dal mondo delle im-
prese operative nel Piemonte e nella Valle d’Aosta che ambivano a svilupparsi, la
costituzione della “Società Finanziaria Piemontese”. Era frutto di una proposta
dell’Istituto, condivisa dai principali enti finanziari, istituzioni pubbliche e società
146 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006