Page 147 - demo
P. 147

in quanto lo Stato assumeva a proprio carico la differenza fra il costo effettivo del
          mutuo e quello pagato dal mutuatario. Ma il vero problema del settore era il per-
          durare degli effetti della recessione: l’attività edilizia ne risentiva ancora in misura
          molto grave, tanto per i lavori di progettazione che per quelli di costruzione.
            Tuttavia le erogazioni di credito fondiario si svilupparono grazie al favorevole
          andamento del mercato del reddito fisso, in cui rientravano le “cartelle San Paolo”.
          D’altronde, non avevano mai dato preoccupazioni al risparmiatore, sia per la certezza
          del reddito sia per la facilità di investimento e disinvestimento. Perciò l’apprezzamen-
          to dei risparmiatori per le cartelle fondiarie dell’Istituto fu di stimolo a proseguire
          sia sul versante del collocamento sia su quello dell’erogazione dei mutui. Un segnale
          forte in quest’ultima direzione rappresentò l’apertura delle delegazioni di Credito
          Fondiario di Bari e Napoli.Testimoniavano infatti l’intenzione di incrementare  lo
          sviluppo dell’attività edilizia economica e popolare nel Mezzogiorno.
            Ma fu all’inizio del secondo semestre che l’Istituto ripropose, debitamente poten-
          ziata, la formula  “Risparmio Casa”, lanciata con successo nel 1961. Di particolare
          rilievo erano infatti  alcune novità sotto forma di agevolazioni ancor più interes-
          santi: per esempio, il limite di tempo per la presentazione delle domande di mutuo
          Risparmio-Casa veniva ridotto a un anno (anziché due) dalla data di accensione
          del libretto di risparmio; inoltre, ai fini della presentazione della domanda veniva
          concessa la riduzione a sei mesi (invece di un anno) della giacenza in deposito delle
          somme versate sul libretto. In particolare, veniva concessa al risparmiatore la libertà
          di scelta della data per contrarre un mutuo sulla “prima casa”. Era difatti prevista
          la possibilità di richiedere un mutuo per un ammontare pari a quello delle som-
          me versate sul libretto. Restava comunque fermo che l’importo erogabile per tali
          mutui non doveva superare il limite di L.5 milioni. Al tempo stesso, il San Paolo
          cominciò a concedere mutui per l’edilizia economica e popolare fino al 75% del
          valore dell’immobile, nei confronti di privati, e del 90% verso le cooperative. Così
          i mutui stipulati aumentarono del 78% rispetto all’anno precedente.


            4. Una classica partecipazione del San Paolo nel solco della tradizione


            Nel mese di giugno venne accolta con grandi speranze, dal mondo delle im-
          prese operative nel Piemonte e nella Valle d’Aosta che ambivano a svilupparsi, la
          costituzione della “Società Finanziaria Piemontese”. Era frutto di una proposta
          dell’Istituto, condivisa dai principali enti finanziari, istituzioni pubbliche e società




          146 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006
   142   143   144   145   146   147   148   149   150   151   152