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Fu del resto fortemente voluta la coincidenza dell’inaugurazione con la celebrazione
della ricorrenza. E qui viene spontaneo domandarsi quale regista avessero ingaggiato ai
piani alti dell’Istituto, non soltanto per pianificare ma anche per dirigere e disimpegnare
tutte le attività necessarie. Per dare una risposta più che esauriente, basti questa breve
affermazione: “A proporre e organizzare le manifestazioni fu l’Ufficio Studi che operava
in staff al direttore generale Rota con funzionari di prim’ordine, alcuni dei quali, come
il responsabile Luigi Arcuti e Zefferino Franco, sarebbero giunti ai vertici dell’Istituto.”
Una gradita attestazione questa, di Anna Cantaluppi Curatrice dell’Archivio Sto-
rico della Compagnia di San Paolo e dal 2015 Direttore della “Fondazione 1563 per
l’Arte e la Cultura” della Compagnia stessa, tratta dal Volume Primo 1563 – 1852
dell’opera storiografica La Compagnia di San Paolo 1563 – 2013 “a cura di Walter
Barberis con Anna Cantaluppi”, edita nel 2013 in occasione del 450° Anniversario
della Fondazione della Compagnia di San Paolo.
Sempre grazie alla fucina di idee dell’Ufficio Studi, con deliberazione del Consiglio
di Amministrazione del 30 marzo venne formalizzata la pubblicazione di due volumi:
la monografia storica di Mario Abrate, con 18 stampe artistiche inedite sulla Torino
antica, 18 tavole sulle monete dei Savoia e 8 documenti in formato originale tratti
dall’Archivio storico dell’Istituto; l’Inventario analitico dell’Archivio Storico, curato
da Giuseppe Locorotondo. Un elegante cofanetto riuniva i due volumi; l’edizione
economica invece presentava la sola monografia storica. Della pubblicazione, destinata
alla primaria clientela e a tutto il Personale, vennero stampate 8.000 copie: 4.000 in
edizione economica e 4.000 in semilusso.
L’opera di Abrate, pur non abbracciando l’intero periodo di vita del San Paolo
fino al 1963, si concluse col 1932, un traguardo sufficiente per dare conto delle
ultime rilevanti trasformazioni del San Paolo in quel tempo: nel 1923, quando,
come “Istituto delle Opere Pie di San Paolo in Torino”, gli venne riconosciuta la
prevalente attività creditizia ordinaria classificando di prima categoria il Monte di
Pietà; nel 1928, quando da Istituto delle Opere Pie di San Paolo in Torino assunse
la nuova denominazione “Istituto di San Paolo di Torino – Beneficenza e Credito” e
nel 1932, quando per legge divenne “Istituto di San Paolo di Torino” con la qualifica
di “Istituto di credito di diritto pubblico”. Per comprensibili ragioni, l’opera venne
corredata a cura dell’Ufficio Studi di un’appendice dal titolo L’Istituto Bancario San
Paolo di Torino nell’ultimo trentennio (1932 – 1963)”.
Venne pure coniato un medaglione commemorativo, recante nel recto la tradizio-
nale effigie dell’Apostolo San Paolo, conio del Calandra, e nel verso la riproduzione
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