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no 13 miliardi, ma era a bilancio per 1 lira, continuando in una consolidata tradizione.
            A tali rilevanti risultati economici-patrimoniali, si potrebbe dire in perfetta sintonia
          con l’eccezionalità della celebrazione, si era pervenuti con un aumento del 17,5 % della
          raccolta (contro il 13% a livello nazionale). Il che aveva permesso di incrementare gli
          impieghi del 20%, senza appesantire il rapporto con i depositi. E soprattutto – ciò
          che fu molto importante – senza provocare alcun rallentamento all’attività del settore
          industriale quando, nel secondo semestre, si dovettero adottare provvedimenti di
          contenimento dei fidi. Nel complesso, la massa amministrata dall’Istituto (depositi
          a risparmio, cartelle e obbligazioni in circolazione) balzò a 741 miliardi.


            5. Un nuovo record di mutui erogati dal Fondiario pur in un contesto di
          rallentamento delle costruzioni


            In una fase congiunturale di attenuazione degli investimenti, l’industria edilizia
          non poté non risentirne. Passò infatti  da un eccezionale sviluppo a un contrastato
          rallentamento delle costruzioni. Diverse furono le cause: le speculazioni, il profilarsi
          di una nuova legislatura, il più difficile accesso al credito dovuto alla crisi del reddito
          fisso. Nonostante ciò, il Credito Fondiario raggiunse un nuovo record con 61 mi-
          liardi di lire di mutui erogati e un incremento del 14% delle cartelle in circolazione.
          Non solo: sebbene il mercato fosse segnato da generali ribassi a livello nazionale, la
          quotazione delle cartelle San Paolo si mantenne stabile, a conferma di una solida
          tradizione che aveva consentito al titolo di restare, per il momento, indenne dalla crisi
          al ribasso che stava subendo tutto il reddito fisso a causa della lievitazione dei tassi.
            Per sostenere il momento delicato vennero cedute cartelle fondiarie 5% per importi
          notevoli a Banche e Enti finanziatori con patto di riacquisto. Certamente il settore
          destava preoccupazioni che andavano monitorate, tenendo anche presente l’elevato
          ammontare delle somme delle domande di mutuo in istruttoria. Basti citare la cifra
          di 94 miliardi al 30 settembre 1963 per le domande pervenute in Sede Centrale, alle
          quali occorreva aggiungerne altri 55 per quelle in giacenza presso le Filiali. Come nota
          positiva, la formula “Risparmio Casa” aveva dimostrato il suo successo e la validità
          sociale con l’erogazione di 970 mutui nel corso dell’anno.
            L’ultimo arrivato, il Credito Agrario, venne favorito dalla capillarità della rete di
          Filiali che consentì un notevole sviluppo specie nelle operazioni di esercizio, mentre
          il credito di miglioramento era stato condizionato dalla esiguità dei contributi in
          conto interessi assegnati dallo Stato. Nel corso dell’anno venne stipulata la con-




          124 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006
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