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fine 1978 nel 74,16% del capitale. Le solide basi su cui poteva poggiare il Gruppo
consentirono di esprimere nei primi concreti risultati quella vocazione interna-
zionale che era, senza dubbio, l’aspetto nuovo di una banca come il San Paolo,
profondamente radicata nella tradizione, ma pronta a cogliere le sfide del presente.
2. Dai progetti lungimiranti alle efficaci realizzazioni in campo nazionale
e internazionale per lo sviluppo operativo
Sul piano dell’evoluzione istituzionale e operativa, di grande rilievo fu la costi-
tuzione della Società di leasing internazionale denominata LEASINT, controllata
dall’Istituto, ma aperta alla compartecipazione con Banco Lariano, Banca Provin-
ciale Lombarda, San Paolo di Brescia e Credito Romagnolo. L’attività della società
sarebbe stata dedicata particolarmente agli operatori nazionali, che intrattenevano
rapporti con l’estero in qualità di esportatori.
Nel quadro del progetto varato dall’Istituto per l’apertura di filiali a Francoforte
e Londra in sostituzione degli esistenti Uffici di Rappresentanza, la Banca d’Italia
autorizzò preliminarmente la costituzione della Filiale di Francoforte. Venne inoltre
avviata la pratica per l’istituzione di un Ufficio di Rappresentanza a Mosca, per il
quale i contatti già intercorsi avevano portato alla manifestazione di pieno assenso
da parte della Banca per il Commercio Estero dello Stato Sovietico.
Venne infine autorizzata dalla Banca d’Italia l’apertura di 9 punti operativi nel
Paese. Per la Sede di Napoli si trattava della trasformazione della preesistente De-
legazione di Credito Fondiario.
3. La progressiva trasformazione da banca di raccolta dei risparmi a
“consulente finanziario” della clientela
La raccolta globale dell’Istituto raggiunse a fine 1978 i 12.608 miliardi di lire con
un incremento nell’anno del 24% (quella dell’Azienda Bancaria fu di 8.827 miliardi
con un aumento del 25,8%). In tale ambito, forte fu la crescita dei conti accesi da
dipendenti di aziende, alimentata dai versamenti delle retribuzioni. Formula assai
gradita dalla clientela, anche perché i conti fruivano di adeguata remunerazione.
Nello stesso tempo, si manifestò pure una rilevante domanda di titoli di Stato.
Nel 1978 l’Istituto collocò presso la clientela BOT e CCT per circa 400 miliardi
con un incremento del 100% rispetto all’anno precedente e che rappresentò il
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