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8. .... ma anche l’evoluzione del San Paolo, invitato alle riunioni peri-
          odiche presso la Banca d’Italia con le prime banche italiane


            Sul piano dell’evoluzione della figura del San Paolo nel mondo bancario, il 1978
          segnò una gradita “prima volta” per l’immagine dell’Istituto nei rapporti con la Vigi-
          lanza. Nel mese di novembre il San Paolo venne invitato a intervenire alle riunioni
          che periodicamente si svolgevano presso la Banca d’Italia con la partecipazione
          delle prime otto banche italiane. L’accesso dell’Istituto a questo ristretto  Gruppo
          elitario, con i successivi sviluppi operativi, rappresentò un riconoscimento di cui
          non poterono che andar fieri ai piani alti dell’antica banca torinese. A tale riguardo,
          come estensori di questa piccola storia, non ci resta che evocare  il ruolo giocato
          dal San Paolo nei primi anni del lontano dopoguerra. Pure allora, come abbiamo
          narrato  iniziando dal 1946, si trattò di un ruolo primario, nel campo strategico
          della “ricostruzione postbellica”. E questo soggiungiamo per evidenziare, se ce ne
          fosse bisogno, la naturale vocazione dell’Istituto a un qualsivoglia ruolo primario,
          come del resto riconosciuto nell’anno che stiamo narrando. E ci piace pensare che
          ciò avvenga, non tanto per un’arcana legge del destino, quanto piuttosto per un
          più convincente fattore ereditario tra le generazioni che si sono succeduto nel San
          Paolo, tramandandone i valori.






                 UN’ALTRA INTRAPRENDENZA PERSONALE


                 Anno 1978. Prestavo servizio presso la Filiale di Cervo Ligure. Il Capo
              Zona Ispettore mi informò dell’intenzione della Sede Centrale di ampliare i
              locali della Filiale o, in alternativa, trovare una nuova soluzione senza troppo
              allontanarsi dalla zona.
                 Adiacente alla Filiale c’è un negozio di alimentari condotto da una coppia,
              proprietaria sia dei muri che della licenza dell’esercizio, con un unico figlio
              sedicenne che aveva interrotto gli studi in terza ragioneria.
                 Io e i colleghi eravamo clienti del negozio per l’acquisto di panini, bibite ecc.
              e di tanto in tanto venivamo invitati nel retro per un caffè e due chiacchere.
                 Un mattino andando a prendere il solito panino, ricevetti dai proprietari la
              confidenza che “non ne potevano più del negozio e che lo avrebbero volentieri




          240 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006
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