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fatti quell’anno la particolarità di essere il primo in cui ritornò l’eccezionale surplus
               di domanda di credito fondiario, al quale il San Paolo aveva già risposto in passato
               nell’unico modo possibile: con limitazioni nell’accettazione delle domande di mutui.
               Tra aprile e luglio, il Consiglio di Amministrazione dovette assumere provvedimenti
               sempre più restrittivi per ridurre il monte delle domande in corso di istruttoria. Al
               1°gennaio erano salite a ben 4.249, una quantità allora insostenibile nei tempi tecnici
               accettabili per l’erogazione dei mutui. Non solo: ammontavano a 101 miliardi di lire,
               una cifra che superava sensibilmente quella delle nuove collocazioni di cartelle fondiarie.
                  In concreto,  le accettazioni di nuove domande vennero limitate alla procedura
               “Risparmio Casa” collegata con gli specifici libretti di deposito così denominati. Ulte-
               riori limitazioni si susseguirono poi nell’ambito della procedura, con restrizioni sempre
               maggiori, finché non si affermò la prassi per cui venivano accettate solo domande di
               mutuo con la presentazione del libretto di deposito “Risparmio Casa”, acceso da due
               anni e con giacenza dei versamenti non inferiore a un anno. A fronte della domanda,
               il mutuo veniva erogato in base alle somme versate sul libretto, comunque per un
               importo non superiore al 50% del valore dell’immobile.
                  Con tale sistema il monte domande in istruttoria  al 30 giugno rimase   quasi inal-
               terato nel numero (4.268), ma venne ridotto sensibilmente  come cifra a 94 miliardi
               e nel corso dell’anno il Credito Fondiario stipulò 2.850 mutui per quasi 44 miliardi,
               con un incremento del 13,6 %, malgrado i primi sintomi negativi del collocamento
               delle cartelle.
                  Limitata, seppure in crescita, fu l’attività di erogazione di mutui Opere Pubbliche,
               con 15 contratti stipulati tra Piemonte, Liguria e Lombardia, per un totale di poco
               superiore ai 615 milioni.
                  Rilevante fu invece, in complesso, l’attività del Credito Agrario che triplicò le sue
               risultanze, nonostante l’esiguità dei contributi statali assegnati. A fine esercizio le
               operazioni di credito di miglioramento effettuate ammontarono a  circa 630 milioni,
               oltre a 411 domande per 2.719 milioni in corso di istruttoria.


                  4. L’increscioso aggravamento dei rapporti sindacali


                  Dal dopoguerra in poi i rapporti delle aziende di credito con i Sindacati erano
               stati, nel rispetto del gioco delle parti, sostanzialmente corretti: da un lato i con-
               tratti nazionali erano curati dall’Assicredito, dall’altro le relazioni sindacali erano
               tenute dalle singole banche. I rapporti dell’Istituto con le organizzazioni sindacali




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