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ancora maggiore che nel passato il collocamento presso il pubblico di titoli, in
               particolare Buoni Ordinari del Tesoro (BOT), verso i quali nel corso dell’anno si
               erano orientate le preferenze dei risparmiatori.


                  4. La vivace dinamica degli impieghi pur in presenza di vincoli all’espansione


                  Benché nel quadro dei vincoli all’espansione disposti dalle Autorità monetarie,
               l’Istituto continuò a alimentare una vivace dinamica nei crediti a sostegno delle
               piccole e medie imprese, realizzando contemporaneamente una serie di interventi
               per soddisfare le esigenze delle primarie aziende, in relazione  al sostegno dell’occu-
               pazione e allo sviluppo degli investimenti. Come per la raccolta, anche nel settore
               degli impieghi, risultò particolarmente incisiva l’azione svolta dalle Filiali nel Centro
               Sud, che conseguirono incrementi delle erogazioni creditizie nettamente superiori
               alla media osservata per l’intero sistema. Un’operatività che si snodò lungo il filo
               conduttore di un’azione programmata di sostegno alle imprese con reali prospettive
               di risanamento e validi piani di investimento.
                  Grazie a queste provvide linee di selezione degli impieghi, i risultati furono di
               tutto rispetto, considerato che il credito alle imprese era ormai quasi completamente
               regolamentato da vincoli amministrativi. L’Istituto riuscì infatti a garantire, in tutto
               il corso dell’anno, l’afflusso dei crediti ai settori produttivi e nello stesso tempo a
               incrementare gli impieghi del 25%.  Alla fine dell’esercizio il saldo contabile dei
               rapporti creditizi con la clientela  era di 3.235 miliardi di lire.


                  5. Il sostegno all’esportazione anche in vista delle preannunciate libera-
               lizzazioni europee


                  Il miglioramento della liquidità internazionale e del clima di fiducia degli opera-
               tori finanziari esteri verso il nostro Paese consentì all’Istituto di svolgere un’intensa
               azione di raccolta di valuta per finanziare l’attività delle imprese clienti impegnate
               nell’interscambio commerciale, raggiungendo a fine esercizio i 686 miliardi di lire .
                  Per il San Paolo si trattava del resto di una scelta divenuta ormai una costante
               della strategia aziendale, dettata anzitutto dall’esigenza di fornire un’assistenza
               sempre più ampia e qualificata a tutti gli operatori interessati, in un momento in
               cui il sostegno all’esportazione assumeva un’importanza decisiva per il Paese. Ma
               qui era in ballo anche  una novità epocale cui occorreva prepararsi per tempo: la




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