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BANCA FABBROCINI SPA: UN’INCORPORAZIONE LAMPO
Nei primi giorni di ottobre del 1980 il dott. Gaj, Direttore Generale del
San Paolo, mi convocò per comunicarmi l’incarico di procedere alle operazioni
di incorporazione nel San Paolo della Banca Fabbrocini con sede a Terzigno,
commissariata dalla Banca d’Italia a seguito di alcune ispezioni, che avevano ri-
scontrato irregolarità finanziarie di tale gravità da interdire l’autonomia gestionale
della banca. Dopo aver raccolto alcune informazioni dal Direttore della Banca
d’Italia di Napoli, col quale durante il servizio militare avevo stretto amicizia,
predisposi un gruppo di lavoro di colleghi che doveva trovarsi presso la Sede di
Terzigno la domenica 6 ottobre, in quanto il lunedì successivo era previsto l’inizio
delle attività della banca incorporata, come un struttura operativa del San Paolo.
Poi, per l’inserimento organizzativo nella rete del San Paolo delle 17 filiali
della ex Fabbrocini, disposi l’invio di 60 colleghi, tra ispettori e aiutanti ispet-
tori e dipendenti con competenze diverse, provenienti dai Servizi Centrali, per
seguire le problematiche collegate all’assunzione al San Paolo dei 500 dipendenti
ex Fabbrocini e per facilitare il passaggio al nostro Centro Contabile di tutte le
operazioni trattate dalla contabilità centrale a Terzigno. Le operazioni contabili
erano cartacee e il relativo materiale veniva trasportato in scatoloni, tra Terzigno
e Torino e viceversa, su camion di notte.
Infine, il 6 ottobre convocai presso la sede centrale di Terzigno tutti i dipendenti
della ex Fabbrocini, assicurando la continuità del rapporto di lavoro in ossequio
alle direttive della Banca d’Italia. Il nostro gruppo di lavoro venne sistemato
presso l’albergo Vesuvio di Napoli, dove ogni sera, dopo la cena con i responsabili
delle diverse Filiali, si esaminava l’andamento delle operazioni e si risolvevano le
eventuali criticità, sia bancarie che logistiche.
Sempre il 6 ottobre, si presentarono i 3 commissari nominati dalla Banca
d’Italia per seguire le operazioni di incorporazione. Con loro svolgemmo, per circa
3 mesi, numerose sessioni di lavoro, in particolare per l’esame e la valutazione
delle operazioni di rischio, che il San Paolo doveva assumere secondo gli accordi
con la Vigilanza. L’operazione si concluse positivamente con i complimenti della
Banca d’Italia.
Giuliano Gavarotti
252 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006