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gani amministrativi e di controllo della Banca Fabbrocini S.p.A. di Terzigno
               (Napoli), che operava con 17 filiali nell’area circumvesuviana, tutte ubicate
               nella provincia di Napoli. E ne affidò la gestione a Commissari straordinari
               affiancati da un Comitato di sorveglianza. L’Istituto, che nella zona partenopea
               era presente con un solo sportello, annetteva ovviamente un notevole interesse
               agli insediamenti della Banca Fabbrocini, non escludendo un eventuale coin-
               volgimento nell’operazione di salvataggio. Decise perciò di sostenere finan-
               ziariamente la banca in difficoltà per aiutarla a superare la grave congiuntura
               e salvaguardarne il patrimonio di clientela. Tuttavia, la situazione della banca
               peggiorò ulteriormente, al punto che con decreto del Ministero del Tesoro
               del 3 ottobre 1980 le venne revocata l’autorizzazione all’esercizio del credito,
               disponendone la liquidazione coatta.
                  Il giorno seguente, con una deliberazione speciale del Consiglio di Ammini-
               strazione dell’Istituto, riunitosi per la circostanza a Roma con la partecipazione
               di un Delegato dell’Organo di Vigilanza e con l’autorizzazione del Ministero
               del Tesoro, venne dato il via al “subentro immediato” nella struttura operativa
               della Banca Fabbrocini. Del resto, l’operazione, che consentiva all’Istituto di
               estendere la propria attività a 17 nuovi punti operativi, non era altro che l’enne-
               sima dimostrazione dell’impegno, da tempo assunto dal San Paolo, di affermare
               la propria presenza in regioni con potenziali prospettive di sviluppo. E questo
               naturalmente allo scopo di favorirne il processo di crescita, con l’apporto di
               risorse tecniche e umane.
                  Sotto il profilo operativo, si trattò di un intervento che coinvolse circa 60 di-
               pendenti del San Paolo tra Dirigenti e Funzionari e presentò non pochi problemi
               organizzativi, sia per la necessaria segretezza con cui venne avviata l’operazione
               (anche nei confronti degli stessi partecipanti) sia per i tempi strettissimi entro
               i quali doveva completarsi il subentro. Come se non bastasse, nel pieno dell’o-
               perazione il 23 novembre, si scatenò anche il famigerato terremoto dell’Irpinia,
               rendendo oltremodo difficoltosi spostamenti e comunicazioni tra le Filiali (non
               esistevano ancora i telefoni cellulari!). Nel complesso andò comunque tutto
               molto bene e, nell’arco di circa tre mesi, 17 Filiali del San Paolo diventarono la
               nuova banca di riferimento intorno al Vesuvio.










                              1980 - LA PIU’ RAPIDA ESPANSIONE PROVINCIALE NEL SESSANTENNIO - 251
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