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ai prodotti petroliferi, facendo registrare un sensibile miglioramento della bilancia
dei pagamenti. L’anno fu inoltre investito da un aumento del disavanzo del settore
pubblico ancora superiore ai limiti prefissati, che provocò un’ulteriore contrazione
della quota destinata al finanziamento dell’economia. Difatti gli organismi creditizi
dovettero fronteggiate il crescente spiazzamento che lo Stato infliggeva alla loro
funzione di intermediari istituzionali, rendendone sempre più difficile il compito
di garantire adeguati sostegni finanziari del settore produttivo.
2. Il pronto adeguamento dell’Istituto alle mutate esigenze della clientela
sul fronte della raccolta e degli impieghi in ulteriore crescita
Alla luce della situazione nazionale sopra delineata, nel 1981 l’azione dell’Istitu-
to fu mirata soprattutto a fronteggiare la novità della disintermediazione, non già
attraverso il ricorso alla manovra del tasso di interesse, bensì mediante il sistematico
impegno all’accrescimento dei livelli di efficienza gestionale e l’allargamento del
ventaglio – con l’ulteriore qualificazione – dei servizi accessibili attraverso il deposito
bancario. I titoli emessi dalle Sezioni assunsero così caratteristiche finanziarie in
grado di rispondere con sempre maggior efficacia alle esigenze di tutela del risparmio
dall’erosione del potere d’acquisto causato dal processo inflazionistico.
Particolarmente significativa fu inoltre l’espansione del volume netto di titoli
direttamente collocati nei portafogli della clientela, sia in considerazione della di-
mensione raggiunta – pari a circa 2.000 miliardi di lire, il doppio del precedente
esercizio – sia con riferimento all’elevata quota di titoli con vincolo temporale
superiore al breve termine. Infatti, in presenza di un’inversione delle aspettative
inflazionistiche, l’impegno del San Paolo permise di orientare in misura crescente la
propensione del pubblico anche verso titoli a più lunga scadenza e si rese possibile
il collocamento di titoli emessi dalle Sezioni Speciali, tanto presso le famiglie che
verso gli investitori istituzionali
Alla fine del 1981 la raccolta globale dell’Istituto raggiunse i 22.550 miliardi di
lire con un incremento del 21,2% rispetto all’anno precedente, mentre gli impie-
ghi, giunti a 11.587 miliardi, registrarono un incremento complessivo del 16,5%
, seppure in un contesto di politica monetaria e creditizia più restrittiva rispetto
all’anno precedente. Peraltro, a fronte di un innalzamento dei tassi attivi, la doman-
da di credito espressa dal mercato era interamente dovuta al soddisfacimento dei
fabbisogni connessi alle normali esigenze produttive. Di conseguenza, la politica di
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