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della clientela (dirette e indirette) aumentarono del 13% (a fine anno superavano i
130.000 miliardi). Pressoché dello stesso livello (+ 14%) fu la crescita della provvista
a supporto dell’operatività di credito fondiario e agrario. Notevole anche l’attività
di raccolta fondi da parte delle Filiali estere, il cui incremento del 28% circa fu
anche condizionato dall’effetto cambi. Di buon livello anche l’operatività in campo
assicurativo, che superò i 100 miliardi di premi.
Sul versante degli impieghi, la politica vincente dell’Istituto fu quella di sele-
zionare fortemente il credito, sia sotto l’aspetto del rischio che della redditività.
Gli impieghi a residenti crebbero quasi interamente attraverso i finanziamenti in
valuta, mentre quelli in lire rimasero quasi inalterati per l’elevato livello dei tassi e
le conseguenti limitate richieste. L’operatività a medio e lungo termine delle Filiali
italiane si concentrò soprattutto nel settore fondiario. Quanto all’attività delle Filiali
estere, i prestiti a clientela registrarono un incremento del 5% circa, dovuto alla
flessione della lira nei confronti delle altre principali valute.
Un importante ruolo svolse la Tesoreria nel mercato dei capitali, intermediando
240 mila miliardi di lire sul mercato interbancario dei depositi e 350 mila miliardi
su quello dei titoli italiani. Nel campo della finanza innovativa il San Paolo, già
presente sul LIFFE di Londra (London International Financial Futures) e sul
MATIF (mercato a termine) di Parigi, assunse la posizione di operatore principale
sul mercato italiano dei future (M.I.F.), relativo a contratti di compravendita a data
futura di attività finanziarie a prezzo prefissato, regolamentato dalla Borsa S.p.a.
e inaugurato nel mese di settembre del 1991 per operazioni su buoni del tesoro
pluriennali e sul tasso Euribor (Euro Interbank Offered Rate), il tasso medio di
interesse per le operazioni interbancarie di scambio di denaro nell’area Euro.
4. La nuova dimensione territoriale
L’ampliamento della rete distributiva sul mercato italiano, che proseguì nel corso
del 1992 attraverso l’apertura di 51 nuovi punti operativi, ebbe come obiettivi il
rafforzamento dell’operatività nel settore retail, rivolto ai privati, e la diversifica-
zione e innovazione delle forme di presidio territoriale. Coerentemente alle linee
strategiche che caratterizzarono la politica di sviluppo territoriale del San Paolo nella
fase successiva alla liberalizzazione, delle 51 aperture ben 34 riguardarono le zone
di tradizionale insediamento (Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria) e 9 le principali
aree metropolitane del Paese. Inoltre, a completamento delle iniziative impostate
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