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51.1996
UN PIANO DI PREPENSIONAMENTI
RIUSCITO NELLA CONTINUITÀ
DELLE RISTRUTTURAZIONI
1. Un anno difficile per il settore bancario italiano nel contesto di un
netto peggioramento economico a livello nazionale
Nel corso del 1996 l’economia internazionale registrò un andamento difforme
dall’attività produttiva, rimasta su livelli elevati negli USA e nel Regno Unito, ma
debole in Europa e stentata in Giappone. In Europa, si registrò un andamento
economico altalenante, con un sostanziale aumento della disoccupazione e un ge-
nerale sforzo per ridurre i disavanzi pubblici. Grazie all’applicazione del trattato di
Maastricht, questi ultimi passarono in media dal 5 al 4,4% del Pil.
Anche in Italia l’economia subì un netto peggioramento, dovuto a un calo
della domanda interna, al rallentamento delle esportazioni a alla riduzione degli
investimenti per il venir meno degli incentivi fiscali e le incerte prospettive della
domanda. Diminuirono pure le importazioni, rimanendo comunque superiori alle
esportazioni, che procurarono un consistente avanzo delle partite correnti. Inoltre,
da un lato il tasso di crescita del costo della vita scese al 3,9% come l’inflazione,
dall’altro quello di disoccupazione superò il 12%. Inoltre, a fronte del peggioramento
dei conti pubblici, l’obiettivo della politica monetaria della Banca d’Italia, volta a
risanarne la finanza, ridusse notevolmente il differenziale fra i titoli italiani e quelli
tedeschi, provocando la discesa di 2,2 punti percentuali del rendimento dei B.T.P.
decennali. Nel settore bancario, i bassi tassi d’interesse, tanto attivi che passivi,
ridussero il margine dei fondi intermediati, con un forte impatto negativo sui conti
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