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tezza dei tassi di interesse, di cambio e dei prezzi; c) Asset & Liability Management,
che comprendeva l’insieme dei rischi finanziari insiti nella struttura patrimonia-
le dell’Istituto (letteralmente: gestione delle attività e passività). Le spiegazioni
raggiungevano il culmine dell’interesse della materia trattata, con l’affermazione
che, alla fine di ogni anno, un’attenta analisi dei rischi di cui sopra conduceva a
un’attendibile valutazione del mercato. Quest’ultima ovviamente consentiva di
ipotizzarne l’impatto, sia a breve che a medio periodo, sul conto economico e sul
patrimonio della Banca.
Quanto all’andamento dell’operatività in materia, il 1995 fu caratterizzato da
risultati del tutto lusinghieri. Il portafoglio titoli presentò, a fine anno, un valore
complessivo di ben 35.680 miliardi tra titoli immobilizzati (828 miliardi di lire
dovuti quasi interamente a forme stabili di raccolta fatta da Filiali estere) e titoli di
tesoreria e negoziazione. Le aspettative di riduzione dei tassi comportarono un calo
di collocamento dei B.O.T (Buoni Ordinari del Tesoro) e dei C.C.T. (Certificati
di Credito del Tesoro) a favore dei B.T.P. (Buoni del Tesoro Poliennali) e C.T.Z.
(Certificati del Tesoro “zero coupon”, senza cedola), con un progressivo allungamento
delle scadenze. L’attività degli strumenti derivati venne concentrata presso la Sede
Centrale e le Filiali di Londra e New York: il loro importo con controparti esterne
si assestò a 285.000 miliardi circa con una notevole varietà di prodotti. L’attività di
collocamento e intermediazione con la clientela fu di assoluto rilievo anche per le
attese riduzioni dei tassi. I titoli collocati sul mercato superarono gli 80.000 miliardi,
con una quota di mercato del 7,8% sul totale delle nuove emissioni.
7. L’andamento patrimoniale contrassegnato da un ampio coefficiente
di adeguatezza e solvibilità
Il patrimonio netto dell’Istituto passò, alla fine dell’esercizio 1995, da 10.681 a
12.702 miliardi di lire, non solo grazie ai risultati economici di bilancio, ma anche
agli aumenti di capitale avvenuti a seguito delle fusioni con il Crediop e la Banca
Nazionale delle Comunicazioni. Tale incremento significativo accrebbe ovviamente il
coefficiente di adeguatezza patrimoniale, che veniva misurato secondo le disposizioni
della Banca d’Italia. Si divideva in patrimonio di base, che comprendeva il capitale
sociale e le riserve patrimoniali al netto delle immobilizzazioni immateriali, e in
patrimonio supplementare, costituito dalle passività subordinate e dalle riserve da
rivalutazioni. Sulla base di tali disposizioni, si determinò un patrimonio comples-
1995 - IL NUOVO PIANO TRIENNALE E CONCENTRAZIONE E RISTRUTTURAZIONE DEL GRUPPO - 343