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50.1995
IL NUOVO PIANO TRIENNALE
E CONCENTRAZIONE
E RISTRUTTURAZIONE DEL GRUPPO
1. La scarsa crescita dell’economia riflessa nel modesto andamento del
settore bancario italiano
Le attese economiche positive del 1995 riguardarono l’Europa, la cui crescita avrebbe
dovuto superare l’economia americana per la quale si pronosticava un rallentamento.
Sennonché quest’ultimo non fu così forte da produrre spinte inflazionistiche, anche
perché i tassi di interesse vennero impostati verso una riduzione tanto per le brevi che per
le lunghe scadenze. Del resto le aspettative europee si realizzarono parzialmente in quanto,
a un primo semestre di discreta crescita subentrò una fase di rallentamento dovuta, in
particolare, a una scarsa dinamica dei consumi interni e a una domanda estera limitata
a alcune economie. Tale andamento riguardò specialmente la Germania e la Francia.
In tale contesto, l’economia italiana venne condizionata dalla debolezza della lira,
dalla finanza pubblica e dalle incertezze politiche. Inoltre, furono scarsi i consumi
interni compensati, nel primo semestre, dalla domanda esterna. A loro volta, i tassi
di interesse incontrarono notevoli difficoltà a allinearsi a quelli europei e l’inflazione,
a fine anno, salì al 5,8% rispetto a quella programmata del 4,5%. Quanto al settore
bancario, per la raccolta l’incremento fu veramente modesto (+1%) in quanto il
risparmio accumulato si era indirizzato verso le obbligazioni, i pronti contro termine
(+ 30%) e i certificati di deposito oltre i 18 mesi. Parimenti gli impieghi segnarono
un modesto incremento, al contrario delle sofferenze sempre molto elevate specie per
i prestiti a medio/lungo termine.
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