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di numerosi immobili di proprietà a seguito delle razionalizzazioni conseguenti alle
               fusioni intercorse. Soddisfacente fu lo sviluppo del risparmio gestito tanto per il volu-
               me che per la redditività. Quanto alle crescita degli sportelli, avvenne più in termini
               qualitativi che quantitativi, con ampio spazio alla banca elettronica accompagnata
               da ingenti investimenti tecnologici, anche in vista della Moneta Unica Europea.
                  Come si può vedere dagli andamenti più che positivi sopra illustrati, l’incremento
               dell’utile netto del 22,2%, sarebbe stato ovviamente ancor più elevato, in assenza
               dell’incentivazione al collocamento a riposo. E di tutta evidenza infatti che, senza gli
               oneri da esso derivati, l’utile netto sarebbe balzato a 647 miliardi (517+130). Ma è
               altrettanto palese la lungimiranza che aveva portato all’ideazione e realizzazione del
               piano, sul versante della riduzione dei costi in chiave futura, considerata oltretutto la
               lusinghiera cifra dei 517 miliardi di utile netto raggiunta.  Naturalmente, questo come
               altri dati di bilancio significativi non erano confrontabili con i dati riferiti agli esercizi
               precedenti, in quanto successivi allo scorporo delle attività confluite nel Crediop.


                  3. Un’encomiabile iniziativa di “credito solidale” nel contesto di un signi-
               ficativo incremento del risparmio gestito e di un limitato calo degli impieghi


                  Nel 1996 la raccolta dell’Istituto ebbe un andamento diversificato secondo i vari
               strumenti utilizzati. Le attività finanziarie gestite superarono complessivamente i
               254.000 miliardi di lire, con un  aumento del 6,7%. Risultato che venne raggiunto
               nonostante una diminuzione della raccolta diretta, tuttavia compensata  da un note-
               vole incremento del risparmio gestito, che permise al San Paolo di portare la quota di
               mercato delle attività anzidette a quasi l’8%. Il calo della raccolta diretta di circa il 2%
               fu dovuto a una sensibile diminuzione dei pronti/contro termine a favore del risparmio
               gestito, mentre i certificati di deposito vennero penalizzati dall’aumento della ritenuta
               sugli interessi da conti correnti e altri depositi di denaro dal 12,5 al 27%, disposto
               da un decreto legislativo a metà anno. Questo provvedimento favorì le obbligazioni
               il cui collocamento avvenne per i due terzi a partire dal mese di luglio. L’offerta del
               risparmio gestito, comprensivo dei fondi comuni, delle gestioni patrimoniali e delle
               polizze vita, che era stato individuato come prioritario nel piano strategico, diede i
               risultati attesi triplicando le consistenze nel corso dell’anno, con ulteriori aspettative
               dettate dalle trasformazioni in atto del sistema pensionistico italiano.
                  Gli impieghi ebbero un modesto calo, poco meno del 5%, dovuto al maggior
               autofinanziamento delle imprese e al rientro di alcune sovvenzioni di rilevante im-




                 1996 - UN PIANO DI PREPENSIONAMENTI RIUSCITO NELLA CONTINUITA’ DELLE RISTRUTTURAZIONI - 349
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