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Di fatto, l’iniziativa veniva a colmare una lacuna delle diverse leggi in vigore per
favorire l’edilizia economica e popolare. In generale, ne veniva lamentata un’efficacia
ristretta alle categorie meno abbienti, con l’esclusione in pratica di vasti gruppi del
ceto medio. Anche la legge più recente, 1/11/1965 n. 1179, non sfuggiva a critiche
giustificate di lungaggini burocratiche, benché ne fosse riconosciuta l’utilità, in
quanto prevedeva un parziale contributo dello Stato per il pagamento degli interessi
sui mutui concessi dal sistema creditizio. In tale congiuntura la Sezione di Credito
Fondiario realizzò un ulteriore notevole incremento di attività, stipulando quasi
5.000 mutui per 75 miliardi di lire.
Nel corso della conferenza, Rota ricordò che il San Paolo nell’anno precedente
aveva concesso mutui fondiari per 83 miliardi. Una cifra doppia di quella del ‘65
e del ‘64. Superiore di 20 miliardi di quella del ’63 quando si era in pieno boom
edilizio. Parallelamente procedette con la consueta intensità il collocamento delle
cartelle fondiarie, ormai da anni note come “cartelle San Paolo”. Il collocamento
poggiava ormai su una vastissima massa di risparmiatori, che identificavano nella
cartella quei requisiti di sicurezza, di stabilità di prezzo e di redditività che ne face-
vano un titolo di assoluto affidamento. Tanto è vero che non subì alcuna riduzione
in seguito alla nuova facoltà concessa alle aziende di credito di investire parte della
riserva obbligatoria in titoli del prestito pubblico per l’”Edilizia Scolastica”, anziché
in cartelle San Paolo.
6. La sempre maggiore presenza nel Mezzogiorno
Una particolare intensificazione avevano avuto negli ultimi tempi le iniziative
intraprese dall’Istituto per la valorizzazione dell’economia del Sud. Il San Paolo
intendeva essere presente sul territorio al fine di poter validamente affiancare i
locali organismi finanziari la cui azione poteva essere ampliata. L’apertura della
Delegazione di credito fondiario di Catania, entrata in funzione alla metà dell’an-
no, a integrazione delle già operanti Delegazioni di Bari e Napoli, fornì all’Istituto
un valido strumento operativo in Sicilia. Inizialmente venne limitato a sostenere
lo sviluppo dell’attività di edilizia economica e popolare, prevedendone tuttavia
una successiva valorizzazione di ben più vaste dimensioni a favore dell’economia
meridionale. Nello stesso tempo, l’Istituto pose le basi per sviluppare iniziative nel
campo del credito turistico-alberghiero, nell’ottica di realizzare infrastrutture di
sicuro interesse per la crescita economica del Centro-Sud.
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