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orgoglio nella relazione del bilancio del 1969. Tale palazzo offrì infatti alla presti-
          giosa Sede – ultimata nel 1963, anno del Quadricentenario – quel necessario sfogo
          conseguente non solo allo sviluppo segnato dall’attività istituzionale nel precedente
          quinquennio, ma anche quello che i programmi impostati lasciavano prevedere per
          il futuro. Al tempo stesso, nel settore elettronico in cui l’Istituto vantava posizioni
          di assoluta avanguardia, erano proseguite le sperimentazioni per la rapida attuazione
          del sistema operativo in “real time”.
            Anche nel 1969 permase l’insufficienza della rete territoriale che segnò soltanto
          due nuovi punti operativi in Liguria (un’Agenzia in Rapallo e un’Agenzia di città in
          Genova). Di conseguenza, nella relazione di bilancio veniva evidenziata l’esigenza
          di una più ampia rete di Filiali al quale l’Istituto tendeva per esigenze tecniche,
          oltre che per rango e dimensioni. Pienamente realistico fu in proposito il passo
          conclusivo della relazione sottoscritta dal Presidente Jona e dal Direttore Generale
          Guaraldi: “Nel concludere la Relazione sui Bilanci dell’Istituto per l’anno 1969, sia
          consentito di formulare un augurio, già altre volte espresso e cioè che il <<San Paolo>>
          possa vedere coronata dai Superiori Organi la sua aspirazione ad un ampliamento
          della sfera d’attività. L’attuale articolazione, valida sino a qualche anno fa, non è più
          adeguata per una Banca, tra le principali d’Italia, che amministra oltre 1.800 miliardi
          di mezzi fiduciari. E’ convincimento concorde dei Responsabili e del Personale dell’Isti-
          tuto che, qualora fosse consentito al <<San Paolo>> di operare nel Paese con una più
          efficiente e razionale rete di sportelli, esso sarebbe in grado di ancor meglio assecondare,
          con appropriati interventi, tutte quelle iniziative atte a viepiù rafforzare la struttura
          economica nazionale.”
            L’espansione dell’attività comportò l’assunzione di un rilevante numero di “no-
          vizi”, per i quali si aprivano ovviamente prospettive di qualificazione e formazione.
          Ma l’Istituto nello stesso tempo, proseguiva nell’opera di perfezionamento della
          professionalità dei dipendenti già in servizio. Era generale convinzione infatti, dal
          vertice alla base, che l’ammodernamento dei servizi avrebbe comportato l’impiego
          di una quota sempre crescente di quadri specializzati, specie per lo sviluppo dei
          rapporti con la clientela in modo da essere in grado di assisterla in tutte le sue
          necessità. Perciò veniva favorito tutto quanto offriva il mercato in materia, dalla
          partecipazione a corsi di lingue estere a “stages” presso le banche estere alle riunioni,
          conferenze, seminari sui problemi di attualità del settore o comunque allo stesso
          attinenti. Emergeva d’altra parte la necessità di un continuo aggiornamento a tutti
          i livelli, ivi inclusi quelli dirigenziali. Di particolare rilievo in proposito furono




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