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compromettere la bilancia valutaria e quindi l’intera economia del Paese. La nuova
situazione venne affrontata dalle Autorità monetarie con misure specifiche nei
mercati monetario e finanziario. In particolare, vennero aumenti i tassi per i ricorsi
straordinari delle aziende di credito alla Banca d’Italia; il tasso ufficiale di sconto
(fermo da undici anni al prestigioso livello del 3,50%) venne portato al 4%; inoltre
fu allentato il sostegno al mercato del reddito fisso, con la conseguente riduzione
delle quotazioni e l’aumento del rendimento delle obbligazioni.
Tutto ciò non bastò a evitare il tracollo della bilancia dei pagamenti, dal mo-
mento che quest’ultima chiuse con un disavanzo di 869 miliardi di lire, a fronte di
un avanzo di 392 miliardi nell’anno precedente. In sostanza, fu il classico caso di
insufficienza oggettiva di interventi mirati, che però erano serviti a contenere i danni,
in quanto un comportamento opposto di cauto attendismo, basato su un autono-
mo miglioramento della situazione, avrebbe portato a ben più gravi conseguenze.
2. La conferma del ruolo di mediatore finanziario dell’Istituto
Nell’ambito di una generale espansione dell’operatività dell’Istituto nell’esercizio
1969, alla fine dell’anno la raccolta complessiva raggiunse 1.835 miliardi di lire (+
15,07% sull’anno precedente), un’aliquota superiore, sia pure lievemente, a quella
realizzata nel 1968, che fu del 14,57%. Una netta conferma che la vivace attività
dell’Istituto nella vita economica delle zone di competenza riscuoteva un’indiscussa
fiducia presso i risparmiatori e gli operatori economici.
In particolare, dal confronto delle due principali componenti della raccolta
dell’Azienda Bancaria emerse che l’ammontare raggiunto dai conti correnti di
corrispondenza aveva segnato un incremento del 26%, di gran lunga superiore a
quello del 6% registrato dai depositi a risparmio. L’eccezionale sviluppo dei c/c
di corrispondenza sottolineò viepiù il carattere di mediatore finanziario assunto
dall’Istituto nell’attività produttiva.
Altrettanto apprezzabile, per la fiducia accordata ai titoli dell’Istituto dalla tra-
dizionale clientela, fu il risultato della raccolta da parte delle Sezioni. Il colloca-
mento delle “cartelle San Paolo” era ancora influenzato dalla consueta preferenza
accordata, da diverse categorie di risparmiatori, per ragioni legate alla certezza che
i titoli erano al riparo dalle oscillazioni di Borsa, anziché alla ricerca di condizioni
competitive di rendimento
D’altronde i provvedimenti governativi, in materia di cartelle fondiarie, sod-
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