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27.1972
LA CRESCITA IN CONTROTENDENZA
DI RACCOLTA E IMPIEGHI
1. La situazione di stallo dell’economia italiana nell’ambito della crisi
monetaria internazionale
L’inizio del 1972 fu connotato da una forte fluttuazione monetaria a livello
internazionale, tale da infliggere un dura sconfitta agli accordi “smithsoniani” di
appena un mese prima che avevano sancito tra gli Stati Uniti e gli altri paesi in-
dustriali dell’Occidente le regole del nuovo sistema monetario internazionale. Ne
conseguirono violente spinte inflazionistiche nei vari paesi e in particolare in Italia;
ma mentre negli altri paesi erano dovute in larga parte a un eccesso di domanda
globale, l’economia italiana continuava a registrare una domanda debole con due
evidenti conseguenze: l’aumento della liquidità e il ristagno produttivo.
D’altronde, proprio a causa di questi due andamenti che permasero nel corso
dell’anno, si determinò nel sistema bancario un ulteriore gonfiamento della raccolta
senza lo sbocco strutturale di un correlativo volume di impieghi nell’attività pro-
duttiva. L’unica alternativa imboccata dalle banche fu infatti l’assorbimento delle
emissioni obbligazionarie, la cui entità superò nel 1972 ogni precedente livello.
Sennonché non passò inosservato il ripetersi da parte del settore di tale accentuata
preferenza per gli impieghi finanziari a lungo termine. Vennero perciò sollevate
critiche di inadeguatezza del sistema creditizio alle mutate realtà del Paese, dal
momento che le banche non si dimostravano pronte a intervenire per determinare
più positive evoluzioni congiunturali a livello nazionale.
Di particolare interesse appaiono i punti salienti delle osservazioni critiche
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