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un processo interminabile di evoluzione dello status del Personale nell’ambito dell’I-
               stituto: “E’ un processo ormai in atto: pur traendo origine dai dibattiti, dagli incontri,
               dalle riunioni del passato è un nuovo dialogo che si è iniziato.  Siano gli anziani, della
               cui intelligente abnegazione è costellato il firmamento dei successi dell’Istituto, ad essere
               i portatori della nuova filosofia manageriale: dimostreranno essi ai giovani, che a schiere
               irrompono ogni anno a costituire nuova linfa vitale, non essere l’età impedimento alcuno
               all’uso delle nuove tecniche di direzione e di gestione. Le nuove leve accolgano l’invito
               ad una fattiva collaborazione corrispondendo alle aspettative ed aderendo alle continue
               sollecitazioni di aggiornamento in Italia ed all’Estero. Da parte dell’Amministrazione
               c’è il serio intendimento di adoprarsi in ogni momento per far sì che le aspirazioni dei
               collaboratori possano trovare realizzazione piena e concreta.”
                  Affermazioni che nel 1973, anno in cui venne stampata la pubblicazione del
               bilancio 1972, appaiono del tutto naturali trattandosi del San Paolo. Fu infatti
               l’Istituto antesignano anche nel rapporto – unico e insostituibile – col Personale,
               come del resto in altre occasioni nel volgere delle sue stagioni.


                  12. Gli apprezzabili risultati economici malgrado le sfavorevoli condi-
               zioni congiunturali


                  Le risultanze economiche realizzate grazie alla notevole espansione delle attività
               furono giudicate apprezzabili, specie in considerazione  delle sfavorevoli vicende
               esterne che ancora persistevano. L’utile netto complessivo dell’Istituto ammontò a
               2,3 miliardi di lire, risultando di poco superiore a quello del 1971. I Fondi Patri-
               moniali, a seguito dei consueti accantonamenti e dopo l’assegnazione della quota
               statutaria dell’utile netto, salirono a 45,1 miliardi.  La quota a disposizione del
               Consiglio di Amministrazione per erogazioni benefiche, culturali e di pubblico
               interesse risultò di 1,1 miliardo. Come di consueto, ma con maggiore evidenza
               considerate le straordinarie difficoltà congiunturali dell’esercizio, venne tributato
               al Personale un ampio riconoscimento per i risultati raggiunti.
















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