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della clientela attraverso l’uso di una carta magnetica di prelievo. Quel sistema di
               prelievo automatico era chiamato ATM (Automated Teller Machine) e   fu l’inizio
               del “Bancomat”. Il San Paolo fu tra le prime banche italiane a installare l’ATM,
               collocando l’apparecchiatura a titolo sperimentale, all’interno degli stabilimenti
               industriali di un’azienda cliente, a favore dei dipendenti. L’esito fu assolutamente
               positivo per gli evidenti vantaggi che ne derivarono (quali lo snellimento delle
               procedure, il risparmio di tempo per i clienti e di costi gestionali per la banca).
                  In tale clima di fervore organizzativo e tecnologico non poteva mancare l’atten-
               zione agli aspetti commerciali dell’attività dell’Istituto, che in fondo si sostanziava
               nell’offerta di prodotti tipici della propria attività. Venne così deliberata nel corso
               dell’esercizio, a supporto della vendita dei prodotti e dell’immagine dell’Istituto,
               una previsione di spesa per pubblicità e rappresentanza oscillante tra i 1.150 e i
               1.350 milioni.
                  Ma questo paragrafo non potrebbe chiudersi meglio che con la vicenda alla quale
               venne dato grande risalto da  La Stampa di Torino, ma che riguardò anche città
               quali Milano e Genova. Fu  la carenza improvvisa sul mercato di moneta metallica
               da parte dell’Istituto di emissione.
                  Il fatto si verificò sul finire del 1975. Si trovarono in difficoltà i commercianti e
               i cittadini. Si cercò subito di supplire alle monete, utilizzando beni di consumo di
               modesta entità e valore disponibili sul mercato (un esempio fra tutti il gettone tele-
               fonico). Il San Paolo assunse immediatamente l’iniziativa, concordata con l’ASCOM
               (Associazione Commercianti di Torino) tra il dicembre 1975 e il gennaio 1976, di
               emettere propri assegni circolari di ridotta dimensione intestati all’ASCOM e da
               essa regolarmente firmati per girata. Il taglio di questi “miniassegni” fu individuato
               in pezzi da 50, 100 e 200 lire.
                  L’operazione  ebbe un grande risalto, con il pieno e immediato accoglimento
               da parte dei cittadini. Anche altre banche assunsero iniziative similari. Si verificò
               anche un intervento della Magistratura di Perugia che sentenziò l’illegalità e ordi-
               nò il sequestro dei miniassegni, mentre quella di Torino li dichiarò perfettamente
               leciti. La questione venne poi risolta dalla Banca d’Italia, ma ebbe comunque una
               sensibile risonanza in ampie zone del Paese.
                  Infine a giugno su pronuncia favorevole del Tribunale di Torino, il San Paolo,
               alla luce della persistente carenza di moneta, procedette alla stampa di 8 milioni di
               assegni circolari in formato ridotto a favore di Confcommercio e Confesercenti. Un
               esempio perfetto di innovazione nel campo bancario con risvolti di pubblica utilità.




                              1976 - GLI ADEGUAMENTI STRATEGICI  “NEL MEZZO DEL CAMMIN…” - 221
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