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L’idea dei miniassegni – una testimonianza diretta


                 Da circa un anno ero approdato al Servizio Organizzazione e Assistenza
              Filiali (la denominazione dell’epoca). Vi ero stato trasferito nel 1974, con solo
              9 anni di anzianità, perché ero stato il primo capo contabile a sperimentare in
              filiale l’inserimento dei terminali per la contabilizzazione delle operazioni in
              tempo reale e, dopo questa positiva esperienza, ero stato designato ad assistere
              i colleghi durante l’avvio della procedura nelle altre filiali di Torino.
                 L’ambiente della Sede Centrale era ben diverso da quello delle filiali e al
              Servizio Organizzazione il clima era ancora più coinvolgente. Si respirava una
              sorta di responsabilità intesa come la possibilità di affrontare i problemi con
              spirito costruttivo e propositivo stimolato e favorito dagli stessi Capi degli Uffici.
                 Il Capo Servizio di allora, Rag. Adolfo Contegni, era un vero “trascinatore”
              che anziché mettere soggezione era affabilmente stimolante.
                 A distanza di tempo molti, in un modo o nell’altro, ricostruiscono la nascita
              dei “Miniassegni” attribuendole paternità diverse. Io ricordo, come fosse ieri,
              la prima vera “scintilla” che fece da madre al progetto.
                 Quasi giornalmente il Rag. Contegni, verso fine pomeriggio, veniva nel
              nostro Ufficio (Assistenza Filiali), si appoggiava disinvoltamente ad una scri-
              vania e ci coinvolgeva tutti, giovani e capi, in ogni sorta di ipotesi di iniziative,
              di sviluppo, di analisi della situazione, ecc.
                 Ognuno poteva dire la sua e contribuire con idee più o meno valide alla
              discussione. A volte erano proprio le idee più strambe a stimolarne per reazione
              altre più efficaci e realizzabili.
                 In una di queste chiacchierate a ruota libera si scivolò sul problema della
              grave mancanza di moneta spicciola che creava non poche criticità. Ad un
              certo punto, quasi scherzando, un collega disse “si potrebbero fare degli assegni
              circolari piccoli come le banconote da 500 lire” …
                 Il Rag. Contegni lo interruppe dicendo : “Questa sì che è un’idea formi-
              dabile! Perché non proviamo a ragionarci su per svilupparla?”
                 Questa fu la scintilla, … il falò arrivò pochi anni dopo quando le tonnellate
              di miniassegni, diventati a loro volta un problema, furono mandati a fuoco
              (compresi i numerosi falsi) !
                                                              Valentino Borsella




          222 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006
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