Page 282 - demo
P. 282

di lavoro” che ancora contrassegnava le banche italiane. Automatizzò infatti  via
               via i compiti ripetitivi e meramente esecutivi; un orientamento che era del resto in
               linea con la politica gestionale del Personale, in quanto consentiva di destinarlo a
               mansioni più qualificanti da un lato e più apprezzate dalla clientela dall’altro. In tale
               contesto venne potenziato l’impegno per la formazione del Personale, allo scopo di
               fornire una risposta adeguata alle nuove richieste del mercato. Uno sforzo che era
               testimoniato dal sempre più elevato numero di dipendenti, 6.408 nell’’85 a fronte
               dei 5.091 dell’84, interessati da corsi e stages di formazione in Italia e all’estero.
               Importanti mutamenti avviò inoltre l’Istituto  nell’ambito della struttura centrale
               e periferica, che annoverava a fine anno 11.920 dipendenti. E lo fece mediante
               una duplice ristrutturazione, che interessò tutta l’azienda dalla Sede Centrale alla
               rete delle Filiali; si concretizzò infatti simultaneamente in entrambe le direzioni:
               sia con la creazione, a livello centrale, di funzioni di “line”  (Dipartimenti), al fine
               di supportare la spinta operativa della banca, e di funzioni di “staff” (Divisioni), a
               diretto supporto della Direzione Generale; sia con la definizione, a livello periferico
               in Italia, di aree territoriali caratterizzate dall’omogenea aggregazione geografica
               delle Filiali e dal decentramento gestionale ai Capi Area e ai Direttori delle Filiali.
                  I Dipartimenti si articolavano in tre branche di attività operative: Affari Italia
               (riguardante le funzioni di gestione dei crediti ordinari e speciali e di contenzioso
               legale), Affari Estero (concernente le Aree e Filiali estere, le relazioni internazionali
               con banche e clienti), Finanza e Tesoreria (deputata a coprire i fabbisogni istitu-
               zionali di intermediazione monetaria e finanziaria, compreso il portafoglio titoli).
               Le Divisioni, a loro volta, si articolavano in compiti di gestione centrale delle altre
               componenti  di interesse aziendale (partecipazioni, risorse umane, contabilità, or-
               ganizzazione, consulenza legale e tributaria.  relazioni esterne, servizi ispettivi). Il
               tutto sotto l’impulso e il supporto del Coordinamento di Direzione.
                  Come si vede, una ristrutturazione come questa ben può fregiarsi anch’essa
               dell’aggettivo “epocale”. Si trattava infatti del passaggio da una struttura  funzionale,
               caratterizzata dalla suddivisione del lavoro secondo il processo produttivo,  a una
               divisione basata sulla ripartizione dei compiti orientata al mercato. Naturalmente,
               un’operazione aziendale, così estesa e incisiva su  tutto il corpus della banca dal centro
               alla periferia, non poteva che realizzarsi grazie  ai massicci investimenti compiuti
               nel settore tecnologico, ma soprattutto  con il concorso, le sinergie,  l’eccellenza
               e i valori del personale e dell’organizzazione, costituenti il tradizionale sostrato
               nevralgico e determinante del San Paolo.




                                       1985 - IL NUOVO CORSO NEL SOSTEGNO DELLA CULTURA - 281
   277   278   279   280   281   282   283   284   285   286   287