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per lo più rapidi e a basso costo, espresso dalle imprese. Cominciarono infatti a
diffondersi le richieste, da parte di queste ultime, di prestiti a costi più contenuti e
dotati di una maggiore flessibilità rispetto alle tradizionali formule tipiche dell’at-
tività creditizia. Basti menzionare, a titolo di campione, le operazioni di “denaro
caldo”, per indicare una forma di finanziamento che aveva preso piede, in quanto
era a brevissimo termine e generalmente erogato a imprese di primaria importanza.
Una significativa peculiarità dell’anno fu poi la crescente propensione del pub-
blico verso la detenzione di attività meno liquide rispetto al deposito bancario. Da
ciò scaturì un rilevante sviluppo dell’attività di intermediazione in titoli che rese
più serrata la concorrenza tra banche e altri operatori finanziari. Ebbe così origine
un’eccezionale crescita delle varie forme di risparmio “gestito” (fondi comuni di
investimento e gestioni di patrimoni mobiliari), con risultati superiori alle aspettative
attraverso un flusso di raccolta più elevato rispetto a quello dei depositi bancari.
3. I risultati lusinghieri di raccolta e impieghi
Molto soddisfacente fu nel 1986 la raccolta dell’Azienda Bancaria, che raggiun-
se, alla chiusura dell’esercizio, il totale di 23.000 miliardi di lire, con un tasso di
crescita rispetto all’anno precedente del 14%, rappresentando circa il 50% della
raccolta globale dell’Istituto, collocatasi alla stessa data a 47.000 miliardi. Quanto
agli impieghi creditizi erogati dall’Azienda, ammontarono a 15.000 miliardi con
una crescita del 17% circa; a livello di Istituto, considerando anche le tre Sezioni di
credito speciale, raggiunsero i 28.000 miliardi. Un risultato lusinghiero che venne
conseguito non solo sul territorio nazionale, ma anche sui mercati internazionali
attraverso le Filiali all’estero. Gli impieghi di queste ultime aumentarono difatti
nell’anno di oltre il 30%, giungendo così a rappresentare quasi un terzo degli im-
pieghi complessivi dell’Azienda Bancaria.
Passando dall’argomento degli impieghi a quello notoriamente collegato delle
sofferenze, nella relazione di bilancio vennero posti in risalto alcuni aspetti del tutto
rassicuranti: le sofferenze dell’Azienda erano sì aumentate a ritmi più elevati rispetto
all’anno precedente raggiungendo i 520 miliardi a fine ’86, ma ciononostante l’au-
mento restava più contenuto di quello del sistema. Non solo: il rapporto sofferenze/
impieghi per il San Paolo era pari alla metà della media nazionale. Infine, venne
sottolineato che la crescita delle sofferenze era peraltro ampiamente garantita dal
fondo rischi su crediti, tanto per la copertura delle presumibili perdite derivanti
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