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del Paese, favorendo quelle iniziative che hanno per scopo di risanare un’economia
          depauperata da tutti gli orrori del passato.” …”.


            Da qui, e dalla situazione della città di Torino nel 1946, inizia la nostra storia.

            3. Il ruolo trainante del Credito Fondiario


            Il ritorno alla normalità riportò in primo piano l’efficacia della funzione credi-
          tizia degli Enti di Credito Fondiario, che a Torino erano prevalentemente rappre-
          sentati dall’Istituto. Così l’esercizio 1946 segnò per l’Azienda Credito Fondiario
          un confortante progresso. Le domande di nuove operazioni registrarono, com’era
          prevedibile, un notevole incremento dell’attività del Credito Fondiario, anche se
          ancora assai lontano da quelli dei suoi tempi migliori. Le nuove richieste  afflui-
          rono in preponderanza per affrontare le spese di riparazione di stabili danneggiati
          dalla guerra, mentre fu pressoché nulla la domanda di finanziamenti per nuove
          costruzioni.
            Per quanto rilevanti, le spese di restauro di un immobile costituivano, nella
          maggior parte dei casi, una parte limitata del valore dello stabile e potevano quindi
          essere coperte, nella loro totalità o quasi, dal ricavo di un mutuo fondiario a costi
          non eccessivamente elevati.  Ben diversa era invece la situazione per gli stabili di
          nuova costruzione. Erano relativamente poche le imprese che si avventuravano
          nell’edilizia di mercato, affrontando il rischio del prevedibile incremento  dei costi
          dall’inizio dei lavori all’ultimazione dell’immobile, in tempi di inflazione di ampiezza
          e velocità impressionanti.


            4. La convenzione con l’EGELI e il particolare ruolo sociale del Monte
          dei Pegni


            4.1 - Nel dopoguerra l’Istituto curò la riconsegna dei beni di proprietà di cittadini
          ebraici, loro sottratti a seguito della famigerata legge antiebraica del 1938, e dei
          beni di proprietà di sudditi delle Nazioni Alleate, sequestrati in seguito all’entrata
          in guerra dell’Italia. La gestione di tali beni infatti era stata affidata dall’Ente di
          Gestione e liquidazione immobiliare (EGELI) agli istituti di credito fondiario; per
          il Piemonte e la Liguria, all’Istituto di San Paolo. Dopo la Liberazione l’applica-
          zione della disposizione delle leggi di guerra, che prevedeva la confisca dei conti




          36 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006
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