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5. La ripresa dell’attività bancaria


                  La ripresa nei diversi rami dell’attività economica, che si era già manifestata nella
               seconda metà del  1945,  continuò nel 1946 con ritmo favorevole, consentendo anche
               all’Azienda Risparmio e Credito dell’Istituto di testimoniare la propria attenzione
               per il sociale e per le esigenze della città di Torino e delle regioni in cui operava e in
               generale per la crescita dell’economia nazionale. L’Istituto utilizzò infatti le nuove
               disponibilità liquide dei depositi fruttiferi e conti correnti di corrispondenza per
               dare maggior impulso alle principali operazioni attive (sconti cambiari, conti cor-
               renti attivi, riporti, anticipazioni). In tale atmosfera di forte spinta allo sviluppo
               operativo, nel  mese di agosto vennero distribuiti a tutte le Filiali “volantini di
               propaganda” per la clientela di particolare riguardo già acquisita o da acquisire,
               nonché per aziende di credito minori.  Stando alle fonti documentali consultate,
               questi “volantini” costituiscono i primi strumenti pubblicitari adottati dall’Istituto
               e si collocano verosimilmente tra i primi, se non ne rappresentano addirittura  il
               primo esempio, nell’ambito delle aziende di credito.
                  Risultarono così in costante aumento, con elevate percentuali di incremento, i
               “Depositi fruttiferi” (+ 52%) e i “Conti correnti di corrispondenza – saldi credito-
               ri”  (+121 %), tenuto anche conto che tale incremento si verificò interamente nei
               primi 10 mesi del 1946, essendo stati gli ultimi due mesi influenzati dai prelievi
               per le operazioni di sottoscrizione del Prestito della Ricostruzione. Più clamorosa
               fu la crescita degli sconti e sovvenzioni bancarie (+299%) e delle concessioni di
               credito in conto corrente (+ 220%). Del resto, incrementi di tale portata stavano a
               dimostrare da un lato il  notevole apporto dell’Istituto alle necessità di credito per
               la ripresa economica, pur mantenendo i tradizionali  criteri di oculata e prudente
               scelta degli operatori finanziati, dall’altro il nuovo afflusso  delle aziende commerciali
               e industriali, che in passato avevano avuto scarsi rapporti con l’Istituto, date le sue
               inadeguate possibilità di reimpiego.
                  A quell’epoca le urgenze della ripresa economica ponevano peraltro all’Istituto
               scelte di estrema delicatezza e responsabilità, essendo tenuto a osservare, come ogni
               azienda di credito, la regola fondamentale di  salvaguardare l’integrità del bilancio,
               ponendo alla base di ogni finanziamento la certezza assoluta della restituzione del
               denaro  ricevuto in deposito, che non è proprio della banca, ma spetta unicamente
               ai depositanti. I risultati dell’esercizio attestarono che l’Istituto,  pur assecondando
               le esigenze generali di più marcata partecipazione alle iniziative economiche nel




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