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rogazione del premio di rendimento fu poi ufficializzata nel mese di marzo con la
precisazione che, nonostante la nuova articolazione che riequilibrava i giudizi, erano
stati apportati sensibili miglioramenti economici sia per i gradi maggiori sia per le
retribuzioni più basse. Nel luglio del ’46 venne concessa a tutto il Personale una
gratificazione di Lire 5.000 nette, per celebrare l’avvento della Repubblica Italiana,
e fu ripristinato l’orario ridotto il sabato.
10. I primi risultati dopo il ritorno alla normalità
L’Azienda Risparmio e Credito chiuse l’esercizio 1946 con un utile netto di poco
superiore ai 16 milioni di lire (16.153.479,17). La sua ripartizione, effettuata in
conformità dello Statuto, determinò un ammontare dei Fondi Patrimoniali appena
oltre i 366 milioni di lire (366.242.997,29). L’Azienda Credito Fondiario registrò
a sua volta un utile netto di circa 960 mila lire (960.555,79), residuate dopo la
deduzione di 15 milioni dall’utile lordo a titolo di partecipazione alle spese generali
dell’Azienda Risparmio e Credito. A seguito della ripartizione statutaria dell’utile,
i Fondi Patrimoniali ammontarono a poco più di 62 milioni (62.278.995,79).
Non sfuggirà una certa aura di antichità di questi dati numerici, riportati voluta-
mente dalle relative fonti documentali fino all’ultimo centesimo. Appaiono lontani
anni luce dai valori che circolano nei bilanci odierni, anche della più piccola banca.
Va da sé che si è trattato di un’eccezione. In seguito saranno indicati unicamente
con gli opportuni arrotondamenti. Comunque i centesimi di allora confermano il
vecchio adagio: “nulla di nuovo sotto il sole”. Infatti, al di là della pur lunga parentesi
(senza centesimi della lira) che sarà registrata in questa storia dal 1947 all’avvento
dell’euro, i centesimi continuano eccome a circolare anche oggi. La moneta, questa
perenne ruota che fa girare l’economia del mondo, non può farne a meno.
1946 - IL RITORNO ALLA NORMALITÀ ISTITUZIONALE - 43