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della normale attività produttiva, si aggiunse l’imprevisto aggravarsi della pressione
fiscale sulle cartelle fondiarie. Fu infatti istituita l’imposta straordinaria del 4%, in
sostituzione dell’imposta ordinaria sul patrimonio. Le ripercussioni furono gravi
e l’assenza completa di assorbimento delle cartelle durò alcuni mesi. Si accentuò
la sensibile discesa delle loro quotazioni, mentre nel frattempo un terzo circa delle
domande di mutuo in corso di istruttoria veniva abbandonato.
Fu soltanto verso la fine dell’anno che la migliorata percezione delle sorti della
lira e l’esenzione fiscale accordata alle cartelle fondiarie emesse dopo il 13 aprile
consentirono una confortante ripresa dell’attività fondiaria. Per tali cartelle venne
ovviamente praticata la quotazione separata rispetto a quelle emesse anteriormente,
gravate dall’imposta. La distinzione si dimostrò quanto mai opportuna e permise di
attrarre rapidamente l’interessamento dei risparmiatori verso le cartelle fondiarie di
nuova emissione. Al fine di favorirne il collocamento, per far fronte alla massiccia
ondata della stipulazione di numerosi mutui fondiari, venne concesso al Personale
un premio sulle vendite.
CARTELLE FONDIARIE
Le cartelle fondiarie dopo la stampa venivano fascicolate a gruppi di
50. Ciascun foglio era composto dalla matrice, dalla cartella stessa e dal
manto cedole. La matrice e la cartella venivano firmate prima da un Am-
ministratore dell’Istituto, poi da un Funzionario
del Credito Fondiario con firma depositata ed
infine, al momento dell’erogazione del mutuo,
dal Capo Cassiere.
Sulla matrice venivano scritti gli estremi del
mutuo fondiario per il quale erano state emesse
e da queste trascritte in appositi registri, divisi
per i tagli delle stesse, sui quali venivano suc-
cessivamente annotate tutte le variazioni fino
all’estrazione del titolo stesso.
Tullio Verro
Cartella fondiaria San Paolo
46 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006