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in misura di gran lunga superiore all’anno precedente. L’incremento dei depositi
               fiduciari nelle varie forme risultò pari al 180%.  Le concessioni di fido presentarono
               un aumento del 535%. Percentuali fuori del comune, specie quest’ultima, che si
               spiegano ovviamente non solo con lo straordinario  processo di espansione operativa
               del San Paolo sul territorio, ma anche a onor del vero con la forte crescita della
               domanda di credito in una temperie di assoluta ripresa economica.
                  Pur su un piano diverso, fu anche significativa  l’acquisizione di nuova clientela,
               con un incremento del 27%  (da 7.581 a 9.630). La misura invero esigua degli
               ultimi due dati, attestanti il numero dei clienti del San Paolo allora, ne scolpisce
               più di ogni altro dato la relativa dimensione da cui origina la nostra storia.


                  2. L’accentramento presso la Sede Centrale delle operazioni di pegno


                  Al pari delle attività bancarie, anche le sovvenzioni su pegno di oggetti preziosi e
               vari, pur se minori per numero di operazioni, registrarono un  notevole incremento
               in termini di valore. Ma quest’attività, svolta dall’Istituto in quanto di utilità sociale a
               fronte di un’usura intensamente ramificata, rimaneva nettamente passiva soprattutto
               per il considerevole carico di Personale necessario allo svolgimento del servizio allo
               sportello e nei magazzini.  Proprio in quell’anno, nell’ambito della ristrutturazione
               di tale attività, sia per ragioni di maggiore sicurezza sia per motivazioni organizza-
               tive, l’Istituto chiuse gli sportelli pegni dei Borghi San Paolo, San Salvario e San
               Donato, lasciando operativa unicamente la Sede Centrale di Via Monte di Pietà.
               Quest’ultima era in grado, con i propri appositi sportelli, di sopperire anche al
               flusso di lavoro derivante dall’accentramento. Una ristrutturazione che, pur aven-
               do ridotte dimensioni, diede luogo a una curiosa reazione della stampa cittadina,
               che evidenziò la notizia commentando che tale decisione avrebbe potuto favorire
               ulteriormente l’usura.


                  3.  Un caso da manuale di alterne fortune nel collocamento delle cartelle
               e della stipulazione dei mutui fondiari

                  L’Azienda Credito Fondiario svolse nel 1947 un’attività rilevante, malgrado le
               non lievi circostanze sfavorevoli ancora presenti dall’anno precedente (in particolare,
               l’elevata svalutazione) e le avversità sopravvenute. Alle cause di carattere generale,
               dovute al passato stato di guerra, che contrastavano la ricostruzione e la ripresa




                                               1947 - I PRIMI PASSI COME BANCA COMMERCIALE - 45
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