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con lo straordinario incremento del 24 %. In quest’ottica, furono sensibili anche
gli aumenti nella produzione del cemento e dell’ acciaio destinati all’edilizia.
In un panorama di indicatori economici di tale altezza, il costo della vita era
aumentato del 3 %, indice del rilevante incremento della circolazione monetaria
e del risparmio bancario, cresciuto del 15 %, quasi come nell’anno precedente.
2. La crescita rilevante di raccolta e impieghi e i risultati economici-
patrimoniali
A un contesto economico-produttivo così favorevole si aggiunsero per di più
l’Accordo interbancario delle condizioni e il Regolamento del costo del denaro,
utili a contenere una concorrenza che aveva superato ogni limite logico, con forme
di accaparramento che causavano perturbazioni ai buoni rapporti tra le banche.
Dinanzi a uno scenario del genere, caratterizzato da un’economia positiva e da un
settore regolamentato, non potevano che essere del tutto soddisfacenti sia l’anda-
mento della raccolta e degli impieghi dell’Istituto sia i conseguenti risultati, questi
ultimi tanto in termini assoluti che comparati con le altre aziende di credito.
A questo punto della narrazione iniziata a partire dal 1946, giova fare un accenno
alla connessione inscindibile tra la destinazione dei risultati economici di bilancio
e la natura pubblica dell’Istituto, come spunto di riflessione, oltreché sul primo
decennio terminato col 1955 qui in corso di trattazione, anche sugli anni successivi
di mantenimento di tale peculiarità. Per la precisione, appare opportuno anticipare
che l’Istituto ebbe tale status pubblico fino al 1991 poiché, come è noto, dal 1992
operò come Istituto Bancario San Paolo di Torino S.p.a. Ora proprio per il perio-
do ante s.p.a. vanno tenuti presenti i conseguenti corollari della natura pubblica
dell’Istituto, tra i quali spiccavano la nomina pubblica dei vertici amministrativi
e direzionali e l’assegnazione degli utili. In sostanza, per gli Istituti di credito di
diritto pubblico come il San Paolo, si può dire che non avessero un proprietario al
quale distribuire gli utili. In particolare, l’utile netto dell’Azienda Bancaria andava
per i 7/10 al fondo di riserva ordinario, 2/10 per opere di beneficenza e per eroga-
zioni di pubblico interesse e 1/10 per premi e gratifiche al personale; mentre l’utile
netto della Sezione Credito Fondiario affluiva interamente ai fondi patrimoniali
della Sezione. Al di là di variazioni statutarie in materia nel corso degli anni, questa
prassi portava ovviamente alla costituzione di consistenti riserve, come del resto
fin qui evidenziate.
76 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006