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12.1957
IL BOOM DEL CREDITO FONDIARIO
1. Il favoloso calo del disavanzo pubblico nel contesto di un favorevole am-
biente economico e produttivo nazionale
In quell’anno assistiamo al fluire di eventi economici e produttivi del Paese, sostanzial-
mente favorevoli. Il 1957 fu caratterizzato infatti da un costante e importante aumento
delle esportazioni in termini di valori e volumi, accompagnato da un incremento del 7%
sia della produzione industriale sia delle attività terziarie, con un apprezzabile aumento
dell’occupazione e delle retribuzioni. Per queste ultime l’aumento fu del 5% a fronte di
quello dei prezzi del solo 1%, con possibilità quindi di maggiori consumi e/o risparmi.
A tutto ciò si aggiungano l’aumento del reddito nazionale del 5% e del risparmio
dell’11%, contestualmente a un evento clamoroso – e non fu un’utopia – riguardante il
debito pubblico. Nel 1957 il disavanzo dello Stato scese da 505 a 134 miliardi.
2. La crescita di mezzi amministrati e impieghi in un anno segnato da un
eclatante sviluppo del Credito Fondiario
L’Istituto registrò, attraverso l’attività dell’Azienda Bancaria, un notevole incre-
mento dei mezzi amministrati e degli impieghi. I primi raggiunsero 187.000 miliardi
(+ 20,38%), Parallelamente gli affidamenti salirono a circa 9.000 miliardi, oltre a
2.000 miliardi di mutui erogati a Comuni e Province.
A questi risultati si aggiunsero i mutui del Credito Fondiario, che aumenta-
rono di circa 11 miliardi, stipulati essenzialmente per la durata di 30 anni, e le
cartelle in circolazione, che ammontarono a oltre 49 miliardi (+ 28%), con una
notevole facilità di collocamento. Uno sviluppo straordinario di grande rilievo
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