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cartelle fondiarie in circolazione  + 29 % a 64 milioni. Risultati così strepitosi che
          fanno passare in secondo piano l’inadeguata crescita degli impieghi (per quei fat-
          tori contingenti accennati in precedenza) e il conseguente aumento della liquidità.
          Quest’ultima non poteva che essere investita a tassi meno redditizi con riflessi
          negativi sul conto economico. A ogni modo, come suol dirsi, la nuova raccolta era
          tutto fieno in cascina. Pronta per essere investita al momento della richiesta da parte
          della clientela interessata.  Intanto il Credito Fondiario, nel corso dell’anno, aveva
          perfezionato erogazioni per  17 miliardi di lire, essenzialmente riferite a mutui con
          durata trentennale.
            Al tempo stesso proseguiva senza posa lo sviluppo delle strategie dell’Istituto.
          In un anno in cui la Banca d’Italia poneva restrizioni alla concessione di autoriz-
          zazioni all’apertura di nuove filiali, può sembrare strano parlare di sviluppo, ma
          questa limitazione può essere considerata al massimo come un granellino di sabbia
          finito nell’ingranaggio dell’espansione territoriale dell’Istituto.  A dimostrazione di
          ciò, nel corso dell’anno, vennero deliberati stanziamenti, per la ristrutturazione o
          acquisto di nuovi locali, riferiti a ben 43 Filiali già esistenti, oltre che per l’inizio dei
          lavori di costruzione della nuova Sede di Piazza San Carlo. Solo per l’acquisizione
          del sedime di quest’ultima vennero investiti  circa 2 miliardi di lire.
            Inoltre, nel Consiglio di Amministrazione del 29 dicembre venne deliberato di
          richiedere, ai sensi dell’art 1 comma 3 della Legge 11/03/1958 n. 238, l’istituzione
          della Sezione Autonoma per il Finanziamento di Opere Pubbliche e di Impianti
          di Pubblica Utilità, mentre, nel frattempo, era giunto  all’esame del Parlamento  il
          disegno di legge che avrebbe autorizzato il San Paolo all’esercizio del Credito Agrario
          di Miglioramento attraverso la Sezione di Credito Fondiario.


            3. La “Procedura speciale” per i mutui fondiari e l’istituzione delle “Se-
          greterie Fidi e Sviluppo”


            Per supportare questo continuo e effervescente dinamismo, l’Istituto proseguì
          con  la consueta determinazione la strategia di darsi nuovi modelli organizzativi,
          realizzando modifiche  strutturali e procedurali di non poca importanza. Un esempio
          notevole è dato dalla delibera del Consiglio di Amministrazione del 1° ottobre, con
          la quale venne approvata la “Procedura Speciale” per i mutui fondiari.
            In precedenza, come previsto dalla procedura,  l’istruttoria legale dei mutui fondiari
          doveva avvenire mediante l’esame ventennale della proprietà (o del terreno su cui




          90 - IL SAN PAOLO DI TORINO - 1946-2006
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